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festival letterario in Valle d'Aosta? basta crederci


Del perché si può - e si deve - fare

"Settembre andiamo. E’ tempo di festival...". Chiediamo comprensione per quella che è ovviamente una provocazione e diciamo che se Gabriele D’Annunzio fosse ancora vivo, oggi riscriverebbe così il primo verso della sua ode più famosa, sostituendo al verbo migrare il termine festival.
Perché in termini temporali il mese di settembre e l’autunno, secondo "Effetto Festival" ricerca realizzata da Guido Guerzoni, docente di Economia e management delle istituzioni culturali presso l’Università Bocconi di Milano, sono i periodi preferiti dagli organizzatori di manifestazioni culturali in Italia.
Dall’inchiesta, peraltro la prima in materia che sia mai stata fatta nel nostro paese, emerge che l’evento festival letterario si caratterizza per lo svolgersi nel nord-italia a settembre quasi sicuramente in Emilia Romagna e attira mediamente quaranta mila persone. Entrando nel dettaglio si scopre che il 33% delle manifestazioni culturali è dedicata alla poesia e alla letteratura. Si tratta di appuntamenti che in arco di tempo assai breve sono in grado di attirare a Mantova come a Bologna, a Como, a Trani, a Pordenone e a Torino migliaia di visitatori e generare un indotto sempre più significativo, ulteriore dimostrazione che la cultura è in grado di apportare benefici economici al territorio.
Il fenomeno della crescita dei festival va visto dai librai con attivo interesse, perché è diventato a tutti gli effetti una nuova leva d’azione e un innovativo strumento di promozione e comunicazione per l’editoria italiana e anche talvolta per il rilancio del turismo. Pensiamo che per tutti gli operatori qualificati e lungimiranti su questo terreno ci sia ancora spazio di crescita, di maturazione di nuovi percorsi a patto che si trovi davvero la volontà di cooperare innovando coinvolgendo maggiormente sia le amministrazioni pubbliche che le organizzazioni di settore in una logica di pianificazione integrata. Eccolo il fare sistema.
Uno splendido esempio di come si possa collaborare proficuamente nella direzione di cui sopra viene da "Portici di Carta", ideata dal libraio Rocco Pinto, promossa da diversi attori tra cui l’Assessorato Turismo e Commercio della città di Torino, la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. Vale la pena di ricordare che lo scorso anno alla sua prima edizione "Portici di Carta" ha richiamato duecentocinquantamila visitatori in due giorni con centoventi librerie coinvolte e oltre ottantamila libri venduti.
Con "Portici di carta", Torino è stato capace di organizzarsi e rinnovarsi dando vita ad un evento che ha portato il libro nel cuore pulsante della città valorizzandone il tessuto commerciale, coinvolgendo le categorie produttive e soprattutto attraendo tanto il lettore forte quanto quello occasionale e il non-lettore.
Con l’edizione di quest’anno che si svolgerà dal ventisei al ventotto settembre il progetto di Rocco Pinto allarga i suoi orizzonti realizzando una collaborazione con "Torino-Spiritualità" manifestazione che nel 2007 ha registrato 30.000 presenze in quattro giorni. Insomma, le vie e le strategie da percorrere e scoprire lungo lo stivale sono ancora tante.
Basta crederci e provarci.

Piero Valleise

1 commento:

Anonimo ha detto...

allora provateci, credeteci!

andrea