lunedì

cinque libri a settimana

Taccuino minimo di buone letture, ovvero i libri che abbiamo letto e che segnaliamo
Supplemento settimanale senza presunzione letteraria a La Pagina Aubertiana:
4: Settimana dall’otto al quattordici settembre.

Finale di Romanzo in Patagonia di Mempo Giardinelli
Chatwin e Coloane hanno narrato e narrano di questo sud del mondo che senza alcuna difficoltà siamo in grado di trovare in questo lavoro di Giardinelli. Il sestante che traccia la rotta di questo diario è il viaggio. Così i nostri ricordi vanno a Magris e magari a "Itaca e oltre", ma vanno anche al viaggio di Guevara e Granado con la motocicletta Poderosa tra i lebbrosi dimenticati da dio e dagli uomini. La narrazione riguarda tre protagonisti, il primo è uno scrittore alla ricerca di ispirazione, il secondo un docente dell’università di Madrid mentre il terzo personaggio è la rossa, non una donna, ma una indistruttibile Ford Fiesta del ’98. I tempi del viaggio non sono scanditi da rigidi itinerari quanto dalla bellezza e dalla contemplazione. L’itinerario è scelto dal piacere e dall’otium, dalla piacere e dalle relazioni, dalle parole e dai luoghi indimenticabili che i tre attraversano. Dice del libro Sepulveda: "Questo libro ci parla di una Patagonia che non ha niente da invidiare a quella di Chatwin".L’autore, Mempo Giardinelli, è nato nel 1947 a Resistencia tra i suoi libri ricordiamo " Luna Calda", "Il decimo inferno", "La rivoluzione in bicicletta" e "Visite fuori orario".

Softcore di Tirdad Zolghadr
Questo libro è ambientato a Teheran. Sarebbe utile esercizio per tutti interrompere qui l
a lettura di questa breve impressione letteraria per fare il punto dei luoghi comuni falsi e beceri che abbiamo nella testa. Eccola l’equazione: Teheran uguale integralismo, estremismo, parrucconi, barbe lunghe, donne sottomesse, scuole coraniche. L’equazione non si verifica e questo romanzo ci coglie impreparati narrando di una città quasi d’avanguardia, addirittura da fare impallidire Soho dicono alcuni. Si incontrano collettivi di artisti temerari e armati di una irrisoluta ironia. Il protagonista si muove tra i blocchi della città perfettamente a proprio agio così come faceva nelle università statunitensi. Leggendo questo romanzo colpiscono personaggi come Zsa Zsa che ospita ai bordi della propria piscina una umanità fatta di trozkisti, terzomondisti, poeti e sociologi, giornalisti e corrispondenti. Oppure Mehrangiz una visual-artist emergente che, come racconta Zolghadr, indossa pantaloni militari verde oliva, ballerine Charles Jourdan e secondo la legge islamica, un velo Lonsdale su polo Fred Perry oversize sotto la veste di cashmere.
L’autore è nato nel 1973 a Teheran. Vive a Berlino dove lavora come curatore d’arte contemporanea, critico, giornalista, traduttore e scrittore. Tra i suoi lavori "Teheran 1380",e "Tropical Modernism", film sulla storia della sinistra israeliana presentato nel 2007 al Documenta di Kassel.

Il caso Moro e i suoi falsi misteri di Vladimiro Satta
In questi anni abbiamo assistito a lunghe e assolutamente interessanti discussioni sul rapimento e sull’omicidio di Aldo Moro. La mole di libri e articoli pubblicati è enorme. Si confrontano due ipotesi che ovviamente hanno un portato di arti
colazioni assai evidenti. La prima ipotesi si rifà all’idea che dietro il sequestro si nascondessero sconvolgenti misteri, servizi segreti di altri paesi, superkiller a Via Fani, moto presenti sulla scena del rapimento, Carlos, Hyperion, P2 ecc ecc. La seconda rifiuta tesi dietrologiche tendendo a diradare aloni di confusione cercando di risalire dal particolare al generale, collocando i tragici eventi del 1978 all’interno del quadro della storia complessiva italiana di quegli anni. E’ assai utile anche rileggere gli articoli scritti da Rossana Rossanda su questa triste pagina della storia del nostro paese e se possibile la monografia "Una primavera rosso sangue" di Nicola Biondo.
Il libro è rivolto a coloro che siano sempre pronti alla discussione e a rimettere in gioco le proprie convinzioni.
L’autore è stato curatore della documentazione della Commissione Stragi dal 1989 al 2001.

La quercia. Storia sociale di un albero di William Bryant Logan 
(a breve di questo libro potrete leggere la recensione di gilles)
Questo libro ricorda tanti eccezionali manuali di storia sociale. William parte dalla considerazione che gli alberi siano i più antichi e importanti testimoni della storia degli uomini e constata come la quercia all’interno di questa cornice pur non vantando "record" alcuno sia percepita come indispensabile e speciale. Così la quercia viene raccontata a partire dalla pertinacia che la contraddistingue e la fa nascere e crescere a (quasi) tutte le latitudini. La quercia ha declinato tutte le tappe dell’evoluzione a partire dalle ghiande, alimento base dell’Homo Sapiens, sino alle navi che portarono l’uomo a circumnavigare il globo. E’ commovente l’onnipresente ricchezza di questo albero con i rami che dolcemente hanno attraversato i secoli e i millenni regalandoci robustezza, tranquillità, avventura e progresso, calma e pace.
William Bryant Logan è un noto arboricoltore. Ha curato la rubrica mensile "Cuttings"sul New York Times che l’ha fatto conoscere al grande pubblico.

(a cura di Piero Valleise)

1 commento:

AylysRaziel ha detto...

Gustoso e interessante. Si da al caso che ho appena finito di leggere un libro similare, di Mauro Corona: 'Le Voci del Bosco'. Dove impareremo a conoscere la personalità del Cirmolo, dell'Abete e di tanti altri Alberi.
Metterò anche questo titolo nella lista desideri.
Vi ringrazio!